Mi rendo conto che, talvolta, un blog può diventare uno spazio “a senso unico”: io scrivo, voi leggete, qualche volta intervenite, qualche altra no.
Ho pensato allora ad una sorta di gioco che si potrebbe fare per condividere con gli altri una piccola parte di noi.
E’ semplice e poco impegnativo: vorrei che pensaste ad un libro attinente al Giappone e mi diceste quale – secondo la vostra immaginazione o esperienza – è il posto migliore per leggerlo, lasciando un breve commento qui sotto.
Do il buon esempio.
Sto aspettando da circa un anno il luogo ed il momento ideali per Il maestro di go di Kawabata.
Sogno di leggerlo in montagna, sotto un patio di legno, verso sera, quando si alza dal suolo il profumo dell’erba tiepida.
Ed ora tocca a voi. 🙂
[…] Libri sotto il bonsai […]
Natsuo Kirino: Le quattro casalinghe di Tokyo, ed. Neri Pozza.
Non credo ci sia altro modo di leggerlo che durante un fine settimana, tappandosi in casa, staccando il cell., mettendosi comodi sul divano, abbassando le tapparelle perchè vi sia sempre penombra e usando la luce di una abat jour. In autunno. Tutto d’un fiato.
Ogawa Yoko: Una perfetta stanza di ospedale.
Sdraiati sull’erba in un grande parco. L’ultima luce prima del tramonto. Un lieve venticello si alza e da lontano si odono voci di bambini che giocano a rincorrersi.
Grazie per aver condiviso le vostre idee; sono contenta che la nuova rubrica stia dando i primi (buoni) frutti. 🙂
Sei Shonagon: note del guanciale
In primavera, davanti a un ruscello, sotto una pianta, seduto su uno zafu
After Dark, di Murakami Haruki
Possibilmente da leggere in un tardo pomeriggio d’estate, su una collinetta dove soffia almeno una leggera brezza, fino all’imbrunire e, possibilmente, leggere le ultime parole quando la notte è infine scesa rendendo difficile identificarle…
I salici ciechi e la donna addormentata. in treno. uno di quei regionali scassati e a gasolio della rete ferroviaria toscana.
oppure Il cuore delle cose di Soseki. nella sala d’attesa di un abulatorio.